IL REGOLAMENTO DEL GOLDEN BOY
Il regolamento del Golden Boy è semplice: 40 giornalisti esperti di calcio internazionale (anche direttori di testate) in rappresentanza delle più autorevoli pubblicazioni di 22 nazioni europee, esprimono le loro preferenze sulla base dei migliori Under 21 selezionati da Tuttosport, che indica 100 talenti il 15 giugno, poi progressivamente ridotti di 20 unità a cadenza mensile sino a giungere alla “shortlist” dei 20 finalisti di metà ottobre da cui scaturirà il prescelto. I Paesi d’élite calcistica come Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia vantano più testate giornalistiche in giuria secondo una sorta di “ranking-list” stile Champions League. Ogni giurato ha a disposizione 5 voti: il primo giocatore indicato sulla scheda riceve 10 punti, il secondo 7, il terzo 5, il quarto 3 e l’ultimo 1. La somma decreta il vincitore. Votabili solo i giovani calciatori che alla fine dell’anno solare di riferimento non hanno ancora compiuto 21 anni e che giocano (anche in prestito) in un club europeo della massima categoria. Nel 2020 erano in lizza i nati a partire dal 1° gennaio 2000, quest’anno lo saranno i ragazzi nati dal 1° gennaio 2001. Esempio: al momento sarebbe escluso – finché tesserato per gli argentini del Vélez Sarsfield – il talentuoso trequartista Thiago Almada, 20 anni appena compiuti, obiettivo dell’Inter. Ineleggibile anche il centrocampista toscano Samuele Ricci, altro classe 2001, nazionale Under 21 azzurro, che è attualmente in forza all’Empoli in Serie B.
NO BIS PER IL DETENTORE
Non c’è una regola scritta, ma è consuetudine, anzi convenzione. Chi vince il Golden Boy non viene più rieletto l’anno (o gli anni) dopo, pur rientrando nei limiti d’età consentiti. L’albo d’oro è eloquente: 18 edizioni, 18 vincitori diversi. Il caso-esempio è quello di Messi: trionfò˜ nel 2005, a 18 anni, ma non fu più rivotato campione. Perché da quel momento la “Pulce” non era più un giovane talento da lanciare, bensì“ un fuoriclasse fatto e finito. Da Pallone d’Oro. E infatti ne conquistò poi ben 6 di “Ballon d’Or”, l’ultimo (contestato) nel settembre del 2019 alla Scala di Milano. Golden Boy trampolino di lancio per entrare in un orbita… extraterrestre. Lo stesso è successo con De Ligt (non più rieletto dopo il trionfo 2018) e l’anno precedente con Mbappé (conquistatore dell’edizione 2017) sebbene fossero ancora in età per poter rivincere. Quest’anno, in ogni caso, la possibilità che il detentore possa conservare il proprio scettro è scartata ufficialmente dal regolamento: il norvegese Erling Haaland, vincitore lo scorso dicembre, è nato infatti nel 2000, a luglio compirà 21 anni ed è quindi escluso a priori dalle “nominations”.